Ragazzo italiano by Gian Arturo Ferrari

Ragazzo italiano by Gian Arturo Ferrari

autore:Gian Arturo Ferrari [Ferrari, Gian Arturo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2020-01-07T16:45:57+00:00


17.

Nonostante lo svantaggio che nel loro condominio non ci fossero ragazzini ma solo ragazzine – altre vedute, altri costumi, altri interessi –, non mancavano le occasioni e il materiale per costruire un vero e proprio gruppo, forse persino una banda. A facilitarlo era l’esistenza di una strada privata, chiusa e senza traffico, che rassicurava le mamme e nello stesso tempo tra alberi, siepi, praticelli e semplici spazi vuoti forniva una cornice ideale per giochi e attività di ogni genere. Ancor di più, e questo per fortuna non era così ben presente alle mamme, il fatto che da uno stretto passaggio alla fine della strada privata ci si poteva immettere nel far west dei prati, zona vietatissima, passando prima per un recinto vacillante che racchiudeva diverse cataste di legname. E questo era il meglio.

Quando aveva cominciato a esplorarle, a Ninni era balzato agli occhi l’evidente parallelo con I ragazzi della via Pál che aveva appena finito di leggere e che l’aveva entusiasmato. Con questo modello in testa, aveva cercato di convincere il resto del gruppo ad applicarlo in tutto e per tutto. All’inizio era stato semplice: “Per prima cosa, noi siamo una banda e questo è il nostro quartier generale,” aveva spiegato Ninni. “Poi dobbiamo trovare la bandiera da piantare in cima alla nostra fortezza” e quello era stato un poco più complicato. Ci era voluto un pomeriggio intero, però ce l’avevano fatta e adesso uno straccio legato a un mezzo bastone sventolava sulla più alta delle cataste.

Ma nel giocare alla guerra gli altri tendevano a stufarsi in fretta. Finché si trattava di salire sulle cataste, bene, la prima volta era eccitante, ma non si poteva passare un pomeriggio intero a salire e scendere. Le palle di terra non si riusciva a farle, a compattarle, si sgretolavano appena le si prendeva in mano, e poi con la terra ci si sporcava. Sui gradi militari – chi doveva fare il tenente e chi il capitano – si litigava subito. Di possibili nemici, incarnazioni milanesi delle Camicie rosse di Franco Áts, neanche l’ombra. Soprattutto mancava uno che facesse la parte di Boka, il capo, il migliore. Non un condottiero, un esaltato, ma una figura intelligente ed equilibrata cui tutti riconoscessero una naturale superiorità. Ninni, l’unico che sapesse di che cosa si parlava, era tagliato fuori. Va bene tutto, ma un capo che balbetta non si è mai visto. Del resto, intimamente sapeva di non essere Boka, con troppi problemi, troppi lati oscuri per conto suo.

Trovò infine un buon Boka, che però non poteva essere utilizzato nella banda della via privata dato che abitava da tutt’altra parte. Lo trovò a scuola, in classe. Si chiamava Duccio Sangermani, non aveva velleità di comando, ma una naturale autorevolezza. Il simil-Boka milanese era meno compassato dell’originale austroungarico, più vivace e meno pedagogico, di famiglia, a quanto capiva, piuttosto ben messa. Ma di condizioni economiche e sociali non si poteva parlare, perché il maestro Poli aveva spiegato che a scuola queste cose non contavano e quindi nessuno se ne interessava.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.